La sessualità è normalmente associata al bello, al sano e, oggi sempre di più, alla prestazione. La nostra società spinge a correre al massimo ed ottenere il più possibile in breve tempo; il disabile, sia esso psichico che fisico, si trova di fronte ad un muro che è già presente nel momento in cui si confronta con il suo handicap. E’ vero per problemi congeniti e per handicap acquisiti : sia l’estraneo che il disabile tendono a mettere in primo piano il problema fisico (che peraltro è solo la punta dell’iceberg) e quindi negare l’aspetto fisico della sessualità. Il disabile si trova, dipendendo fisicamente dai genitori o da un ausilio come la sedia a rotelle, nella difficoltà-incapacità-paura di conoscere sé stesso e quindi l’altro in modo indipendente, di desiderio verso l’altro facendolo mediare dal proprio corpo. Spesso è sconosciuto o rifiutato anche l’autoerotismo e, in particolare con gli adolescenti, i genitori (in particolare modo la madre) non affrontano l’educazione sessuale considerandola solo una potenziale frustrazione per il figlio. Questo in realtà dipende dal mancato superamento del trauma della disabilità da parte dei genitori e, di conseguenza , del ragazzo: un disabile deve convivere tutta la vita con il suo handicap, ma come per qualsiasi limite individuale, dovrebbe limitare i limiti (mi si perdoni i il gioco di parole) che l’handicap ha imposto e adattare i suoi bisogni alla situazione. In sostanza per un disabile è difficile fare sesso, ma è forse più difficile parlarne o chiedere consigli. Mentre le disabilità psichiche non rientrano nella mia esperienza per quelle fisiche qualcosa si può dire; innanzitutto dispiace generalizzare, perché ogni disabilità può avere un problema sessuale diverso, ma per tutti vale il principio che non bisogna parlarne, spiegare e insegnare. Con l’aiuto di un addetto ai lavori si potranno poi gestire le problematiche fisiche quali alterazioni o assenza del desiderio, di sensibilità dei genitali o di erezione-eiaculazione; la collaborazione dei genitori e/o del partner è fondamentale in relazione al grado di disabilità e alle limitazioni al movimento. Gli attuali supporti farmacologici utilizzati comunemente nel deficit di erezione, eventuali iniezioni peniene con prostaglandine e tecniche di stimolazione elettrica permettono di potere avere rapporti completi e soddisfacenti finalizzati anche ad una gravidanza. In conclusione dobbiamo ricordare che tutti abbiamo bisogno di una sessualità consapevole e gratificante : il disabile può reagire a ciò con la fuga, il ritiro e talvolta l’attacco. Questo se è costretto ad affrontare l’ennesimo ostacolo da solo e senza strumenti o amici per farlo.
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