Spesso il problema maschile è un problema di coppia

domenica 10 marzo 2013

CHIRURGIA PROSTATICA CON ROBOT : IL SENSO ?

Ammetto di essere forse controcorrente , ma considero la prostatectomia radicale con robot un eccesso di cura: mi spiego meglio. La tecnica tradizionale di intervento sulla prostata per neoplasia prevede una incisione da ombelico a pube (10 cm !!!) o un simile, orizzontale subito sopra il pube. La durata dell'intervento non supera i 90 minuti in qualunque centro  ne faccia almeno 2- 3 ogni settimana, per un totale di 120-150 annui : una discreta casistica. Ciò comporta un ricovero che varia da 4 a 8 giorni, con presenza di catetere vescicale; l'intervento è extraperitoneale, non c'è possibile passaggio di urina nell'addome e le percentuali di continenza e risparmio dell'erezione sono sovrapponibili all'intervento laparoscopico. Peraltro per quest'ultimo non sono ancora certi i dati sul reale impatto dell'intervento nella storia della malattia, cioè il tasso di cura. In caso di prostatectomia con robot servono 90 minuti solo per posizionare il robot "nel paziente"e, in mani esperte, il doppio per l'intervento .Non mi dilungo sui costi di acquisto e gestione della macchina che la rendono utilizzabile solo in centri ricchi o sponsorizzati i quali attraggono pazienti grazie alla promessa di operare "senza taglio", omettendo di spiegare quanto detto prima. Nella mia modesta opinione (condivisa peraltro da parecchi colleghi) solo la prostatectomia laparoscopica extraperitoneale è sovrapponibile all'intervento a cielo aperto , se eseguita in centri con casistica elevata.
Presso la S.C dove opero la laparoscopia è utilizzata per la chirurgia renale e del surrene ove il vantaggio rispetto a quella open sia reale in termini di risultato oncologico e degenza.
Le immagini succesive illustrano il robot.


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